Caro Priebke, la Storia non dimentica.

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Scusate italiani, ma chi sono quei ragazzi che quest’oggi, con ostinata fermezza eseguivano il saluto romano in segno di rispetto e onore al feretro di Erich Priebke militare tedesco, capitano delle SS durante la seconda guerra mondiale in Italia? Dai giornali leggo che sono “neofascisti” quindi nuovi fascisti, moderni, evoluti e ostinatamente non secolarizzati in quanto ossequiosi alle loro radici.  Ancora oggi ripropongono canti, gesti, motti e usanze del passato come se nulla fosse accaduto in questi anni, come se tutto fosse rimasto fermo a quell’ indimenticabile ventennio: “contro il sistema la gioventù si scaglia, boia chi molla è il grido di battaglia!” (VIDEO)boia-chi-molla Il problema di fondo però, mi dispiace deluderli, è che il tempo non si è mai arrestato e la storia è andata avanti scrivendo tantissime pagine che forse non hanno mai letto. Vi confesso che anche a me piacerebbe fermare il tempo e rinchiudermi in un mondo di simboli, di leggende, di miti, di fervori rivoluzionari del passato ma non mi è concesso. Qui tutto svanisce e mi trovo con la faccia spiaccicata in terra, sull’asfalto ruvido della realtà. Il 24 marzo del 1944 morirono 335 Italiani, come me, come te che leggi e come loro che salutano l’eroe Erich Priebke, perchè nel loro mondo immaginario L’eccidio delle Fosse Ardeatine   è “roba commmunista” “roba inventata” e che in fondo quei 335 se la sono cercata, sono stati proprio degli stupidi a preferire la morte al posto di godersi la primavera di bellezza che ancora oggi innamora.

Mi vergogno io per loro.

A voi 335 Italiani il mio pensiero e le parole di ASCANIO CELESTINI.